
NEL MIO PAESE
C’è un luogo nell’Occidente civile da cui un camionista parte, e arriva.
Così fanno i camionisti: vanno e vengono. Sono ponti.
E mentre guida sente sulla centinatura del camion le scimmie che si sono appese, e si sono infilate anche dentro, e anche sotto. Sono scimmie, sono ombre. Sono uomini.
E quando torna, nell’Occidente civile, per errore viene preso per una di quelle scimmie, ombre, uomini... e viene mandato a raccogliere pomodori.
Tutto il giorno, giorni e giorni, ore e ore, senza un soldo, insieme a tanti altri uomini ombra. Schiavi.
Oggi, Duemilaquattordici, nell’Occidente civile. Nel mio paese.
Nel mio paese è uno spettacolo sull’emigrazione. Uno spettacolo che ha uno sguardo stupito su quanto avviene intorno al tema, ma soprattutto su come avviene.
È il punto di vista di una persona comune, inizialmente mal disposta a sovrapporre alla sua condizione quella ancor più disagiata di chi arriva con lo stomaco vuoto e un’alta percentuale di volerlo riempire a suo discapito.
È il punto di vista di una persona che viene suo malgrado proiettata in un mondo che pareva appartenere alle fiction televisive e che invece si concreta in tutta la sua crudezza intorno a sé.
Tutto sommato, Nel mio paese, è la storia di un’amicizia.
Classificato al secondo posto al Festival "URGENZE 2017" - Teatro Tordinona - Roma.